Il territorio matildico ha una sua caratteristica che deriva dalla storia e dalla natura. Castelli, pievi, antichi borghi di sasso impreziosiscono un paesaggio di per sé pregevole, nel quale dolci ondulazioni si alternano a scorci più aspri, calanchi assetati, affioramenti di roccia lavica. Partendo da Reggio Emilia si possono percorrere alcuni itinerari collinari in uno scenario originale e suggestivo.
Un poderoso sistema fortificato proteggeva lo stato feudale che la contessa Matilde governava a cavallo tra XI e XII secolo. I castelli matildici hanno subito distruzioni, prima da parte dei liberi Comuni insofferenti del potere feudale, poi durante le lotte tra le signorie. In parte sono stati trasformati in palazzi e residenze civili. Tuttavia la rete castellana matildica è ancora ben leggibile sul territorio e rappresenta un richiamo culturale e turistico di grande rilevanza. Il Circuito dei Castelli Reggiani raggruppa una quindicina tra castelli, rocche e corti e ne coordina le attività e gli orari di visita.
Per i super appassionati dei castelli medioevali e rinascimentali segnaliamo nella vicina provincia Parma, la presenza di affascinanti manieri, primo tra tutti il castello di Torrechiara, esempio classico di castello posto all’inizio di una vallata, questa in particolare, la zona di Langhirano, patria del famoso Prosciutto di Parma.
Il territorio matildico inoltre è caratterizzato, oltre che dagli imponenti castelli, da numerose pievi, che ne rappresentano la dimensione religiosa. Queste svolgevano anche un ruolo di assistenza ed erano collocate strategicamente sul territorio, spesso in unione con il castello. Anche le pievi facevano parte a pieno titolo dell’organizzazione territoriale matildica. E’ noto infatti che la contessa si fece promotrice della costruzione di numerose pievi. Esse si mantenevano con le decime, cioè con laute offerte dei fedeli, rigidamente regolamentate.
Altra componente caratteristica del paesaggio appenninico emiliano sono le case a torre, soprattutto nella fascia collinare. Con il loro slancio verticale caratterizzano tuttora il profilo degli antichi borghi in pietra (Bergogno e Vercallo, tanto per fare un paio di esempi) ancora diffusi nel territorio matildico. Le prime case a torre risalgono alla fine del medioevo e hanno soprattutto finalità di difesa. Nei secoli seguenti la casa a torre si fa più slanciata, l’esigenza di difesa diventa meno importante e la casa a torre, pur conservando la funzione di colombaia, diventa soprattutto un elemento di distinzione della famiglia che intorno vi addossa altre costruzioni rese necessarie dall’incremento demografico del borgo.