La regione Emilia Romagna racchiude due caratteri molto diversi tra loro, derivanti da vicende storiche nettamente distinte. Da una parte la Romagna, protesa verso il mare, ultimo baluardo verso il nord dei regni pontifici, caratterizzata dalla coltivazione di ortaggi e frutta e dalla pratica dei pascoli di ovini e caprini; dall’altra l’Emilia, profondamente radicata alla terra, la cui cultura è impregnata di tradizioni celtiche e longobarde, dedite all’allevamento di animali stanziali quali suini e bovini.

Da Piacenza e Bologna, con l’ala ferrarese, le varie province ed i rispettivi capoluoghi sembrano tanti soldatini allineati lungo la principale via di comunicazione terrestre (quella fluviale è il fiume Po), la via Emilia, appunto. Reggio Emilia è il baricentro di quest’area, che comprende il più alto numero di prodotti tipici di qualità d’Italia e d’Europa, Dogc, Doc, Dop, Igp, Igt. Le varie città sono state sedi di ducati importanti ed ancora oggi costituiscono una occasione di escursioni giornaliere alla loro scoperta.

Da Reggio Emilia in meno di un’ora d’auto si raggiungono le città di Modena (25 km), Parma (30 km) e Mantova (45 km), quest’ultima lombarda di ubicazione ma emiliana d’animo. 

Parma

Il vigore padano dell’architettura, la cucina di sapori schietti e ricchi, il tratto cordiale; ciascuna poi trae individualità dalla storia. Parma ne rivela significativi brani nei monumenti medievali cui lavorò l’Antelami e nelle delizie pittoriche del reggiano Correggio. È poi di orecchio esperto per la musica lirica e il canto, per finezza di cultura, ma soprattutto ducale per tre secoli prima dell’Unità, delle dinastie farnesiana a borbonica con la parentesi di quella che i parmensi citano, con affettuosa civetteria, come “la nostra Maria Luigia”, moglie di Napoleone e quindi mantiene il tono, l’atmosfera, la qualità della vita di una piccola capitale europea. Parma, città di aristocratiche tradizioni culturali e città natale di illustri musicisti e compositori come Toscanini e Verdi, vanta un centro storico con monumenti di particolare rilievo, dal romanico al liberty e tanto per fare qualche esempio citiamo il palazzo vescovile, il Duomo del XI secolo con l’attiguo Battistero, il teatro Regio, il palazzo della Pilotta con il Teatro Farnese, ecc.

Modena

“L’immenso oceano dell’orizzonte è interrotto, a ponente, soltanto dalle torri di Modena”: Stendhal rimira il paesaggio dalla collina sopra Bologna. Quanto alle torri, dal palazzo Comunale si alza quella dell’Orologio, ma quasi la cancellano gli ottantotto metri della Ghirlandina, arnese guerresco prima che campanile. Nel cuore antico della città, da un lato del Duomo, il capolavoro del romanico padano di Lanfranco e Wiligelmo, l’avvolgersi di curvilinei percorsi medievali tra case a portici, dall’altro la geometricità delle strade estensi. Per gli Este, Modena fu capitale ducale per due secoli e mezzo, dopo la perdita di Ferrara nel 1598. Alla fine del luogo contribuiscono anche il frizzare del lambrusco, tortellini, zampone e la tradizione motoristica sportiva che ha il suo vessillo nelle “rosse” Ferrari di Maranello, appena fuori porta.

Mantova

Il Mincio indugia intorno alla città, slargandosi nei tre laghi che i due ponti dei Molini e di S. Giorgio separano, per cui vi si arriva, salvo che da sud, come a Venezia, varcando acque e vedendone il profilo specchiato. Intorno è la bassa pianura, il Po è solo a 12 chilometri. Nel tessuto urbano, tranquille strade, dense tonalità, un’uniformante patina neoclassica, da cui tuttavia si staccano incisivi i monumenti del medioevo e, oltre, del rinascimento. E’, come si sa, un’antica “capitale” dello stato dei Gonzaga, durato quasi quattro secoli, uno di quei luoghi italiani in cui godiamo dei segni del lontano congiungersi di cultura e potere, arte, mecenatismo, splendore, genio, morbido decadere. I laghi han tenuto a distanza gli insediamenti industriali; il legame preminente della città è quello con la terra di una tra le zone agricole più salde d’Europa. Il centro storico è accogliente e attraversando alcune belle piazze come piazza delle Erbe o piazza del Broletto vi si possono rimirare autentiche delizie architettoniche come il palazzo Ducale e il palazzo Tè.